mercoledì 16 gennaio 2008

argomento caccia

E’ un dato ormai notorio che la caccia in Italia non piaccia alla maggior parte degli Italiani. Ma è altrettanto noto a tutti che per una serie svariata di motivi, seppur tra limitazioni, sia ancora consentita.

Per i più è inammissibile che venga considerato “ sport ” oppure “hobby” un atto violento come quello di sparare ed uccidere un animale.

Per altri è una forma di inquinamento a causa del piombo e del materiale plastico che vengono dispersi nell’ambiente.

Per altri ancora i cacciatori sono dei frustrati che sentono la loro forza solo con un fucile tra le mani e per di più inseguendo ed uccidendo degli animali che non possono difendersi.

I cacciatori rispondono che l’istinto cacciatore fa parte della natura umana, che non si può proibire qualcosa che è nata con l’uomo, anche oggi che non vi è più necessità di uccidere un animale per nutrirsi delle sue carni.

Dicono che è ipocrita prendersela con loro e nello stesso tempo continuare a mangiare carne di animali allevati in maniera innaturale e uccisi anche loro in modi, diciamo così, poco ortodossi.

Usare scarpe di pelle ed indossare pellicce, comprare cosmetici che vengono testati, talvolta barbaramente, su cavie animali.

Ancora, dicono, che gli inquinamenti sono ben altri, basta guardare i fumi che invadono ogni città, i rifiuti per i quali non si trova più posto, le periferie di molte città ridotti a discariche abusive e ricche di amianto ed altri rifiuti tossici, le emissioni di milioni di auto ecc. ecc.

Poi tra i cacciatori ci sono dei distinguo, ci sono quelli che amano sparare prima di tutto e ci sono quelli che invece fanno dello sparo un momento “ quasi trascurabile “, perché vanno a caccia con il loro fido compagno – il cane – e si emozionano dietro la sua cerca.

Ed è un distinguo non da poco, a sentir loro.

Poi ci sono le leggi, a tutela della specie animale, cacciabile e non.

Ci sono anche coloro i quali tali leggi dovrebbero farle osservare, corpo forestale dello stato e guardie venatorie provinciali in primis, ma a sentir i cacciatori ed a leggere i vari forum sembra di capire che la vigilanza, a dir poco, latiti.

Eppure leggendo un calendario venatorio, facilmente reperibile anch’esso su internet, si capisce che le limitazioni ci sono.

Riguardano innanzitutto i giorni nei quali la caccia è consentita, poi ci sono degli orari anch’essi ben precisi, poi vi sono le specie cacciabili ed il numero massimo di catture consentite, si presume perché un numero eccessivo non vada ad incidere sulla diminuzione della specie stessa.

Poi ci sono gli ambientalisti contro i cacciatori, i cacciatori contro i verdi, insomma come quasi tutto in Italia, è un gran casino.

Come possiamo vedere ogni giorno, ahinoi, tutte le forme politiche di muro contro muro non portano mai a delle soluzioni, ma solo ad insulti ed immobilismo.

E allora mi chiedo, visto che questa caccia ce la “ dobbiamo tenere “ almeno per ora, non sarebbe più opportuno cercare delle forme di collaborazione tra i cacciatori più rispettosi delle leggi ( anche in questo caso, navigando su internet, è facile individuare varie associazioni di cacciatori i quali si sono riuniti anche per combattere forme che loro stessi definiscono di bracconaggio), e le varie associazioni che invece sono apertamente contro la caccia?

Non pensate che una forma di collaborazione del genere possa alla fine portare qualche beneficio a questi poveri uccelli?

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